Cre.Do

«Ragazzi, cosa c’è in comune tra la parola credo e la parola coraggio?» Dico continuando a fissare la strada.

Mascherine colorate a coprire sorrisi adolescenziali impacciati, il proiettore acceso che scalda l’aria frammista a polvere, i miei ragazzi seduti a distanza di sei piedi che continuano a tradurre Seneca.

Breve è la vita che viviamo davvero. Tutto il resto è tempo.

Seneca

La classe continua a tradurre senza prestare attenzione alla mia domanda.

«Credo e coraggio sono parole che vengono dal cuore… Coraggio, vuol dire cor habeo, e credo vuol dire cor do… avere cuore… dare il cuore…»

Fuori dalla finestra l’America fa le prove generali di ‘liberi tutti’; il traffico su White Oak si ingrossa a ridosso dell’Interstate 695, un sole acerbo di fine marzo scalda senza troppe pretese le nostre esistenze di rimbalzo, mascherine, poche, e tanta voglia di normalità, perché l’America si è comprata la felicità, una gioia concreta da iniettare nelle braccia dei contribuenti.

«Mr. D, da grande, quando diventerò un dentista sarò ricca » Dice Kaylee, i capelli biondi e lisci, la bocca che si muove a ritmo della gomma da masticare, la mascherina a nasconderle un sorriso appena accennato.

«Buon per te…»

«E allora le regalerò una macchina…»

«Perché, scusa?»

«Perché la sua è vecchia.»

«Kaylee, quando sarai un dentista vorrò …»

«Cosa?»

«Vorrò il tuo tempo…»

La classe scoppia a ridere, divertita…

«Cos’è una cosa alla Seneca?» Mi domanda Soraya.

«Può darsi…»

«Io ti chiamerò e ti inviterò a prendere un caffè… e tu dovrai accettare…»

«Sì ma chi paga?»

La classe scoppia in una risata soffocata dalle mascherine.

«Pago io…In cambio vorrò solo un po’ del tuo tempo.»

«E dov’è il trucco?»

«Il trucco è che nessuno ti restituirà a te stessa… il tempo passerà e non farà rumore, scorrerà in silenzio e tu lo lascerai passare… come ho fatto io… »

La classe rimane in silenzio, come a voler assorbire le mie parole.

Al di là della finestra le macchine sfrecciano su White Oak, i gabbiani planano sulla baia, rumori di normalità a cui prendiamo lentamente le misure… poi Kaylee abbassa la mascherina, sputa la gomma rosa fosforescente nel cestino della spazzatura e dice: «Sì va bene… ma la macchina di che colore la vuole?»


Vi aspetto sabato 27 marzo per la diretta Facebook con le sfogliatelle… noi ci ritroveremo ad aprile con le storie dalla Silvana High.

Potrebbe essere un'immagine raffigurante il seguente testo "SfogliatellE voce del verbo sfogliare associazione culturale per "Gli SfogliaLive" michele di mauro 1 hey, sembra America diario anno di insegnamento in USA SABATO 27 MARZO 2021 ORE 18,00 Alida, Armidina e Maria dialogano con lo scrittore BATTAGLIA EDIZIONI Michele DI MAURO in diretta Facebook sulla pagina de Le Sfogliatelle @associazioneculturalelsfglatell per Gli SfogliaLive"

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Published by excathedra20

Insegnante di latino e italiano per una decina di anni in Italia, dal Duemilaundici in una scuola superiore negli Stati Uniti.

8 thoughts on “Cre.Do

  1. Caro Michele; oggi ti scrivo da Kentwood, Louisiana che non è solo la città natale di Brittany Spears, ma anche il luogo da cui proviene la mia famiglia americana. Siamo qui a mettere in vendita la terra; l’ultimo possesso che ci lega ancora alle nostre radici.

    Le tue parole inaspettate (perché avevi detto Mr D torna dopo Pasqua) sono molto importanti per me e per lo stato d’animo in cui mi trovo.

    Anche in Italia non possiedo più nulla.

    Le radici non sono solo beni materiali a cui è legato il nostro cognome al catasto.

    E Seneca oggi mi ha riempito il cuore.

    Buon settimana di lavoro
    Giuliana Allen

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  2. Caro Michele; oggi ti scrivo da Kentwood, Louisiana che non è solo la città natale di Brittany Spears, ma anche il luogo da cui proviene la mia famiglia americana. Siamo qui a mettere in vendita la terra; l’ultimo possesso che ci lega ancora alle nostre radici.

    Le tue parole inaspettate (perché avevi detto Mr D torna dopo Pasqua) sono molto importanti per me e per lo stato d’animo in cui mi trovo.

    Anche in Italia non possiedo più nulla.

    Le radici non sono solo beni materiali a cui è legato il nostro cognome al catasto.

    E Seneca oggi mi ha riempito il cuore.

    Buon settimana di lavoro
    Giuliana Allen

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  3. Gentile Giuliana, è piaciuto molto anche a me: conoscevo (suppergiù) l’etimologia di “coraggio”, ma non avevo mai pensato a “cor do”. Il finale, in particolare… Quell’inatteso cambio di tono finale: un fulmine tristissimo e proprio per questo segno di grande abilità drammatica di Mister D.
    Vale la pena far laggere il De brevitate vitae a degli adolescenti? “Exigua pars est vitae qua vivimus”. Ceterum quidem omne spatium non vita sed tempus est” lo capisci ai miei quasi 66 anni e ne sei sconvolto, quasi indotto al suicidio anche se, apparentemente, nella vita ti sembra di aver concluso più che a sufficienza; ma dubito che un adolescente, che non sia invecchiato precocemente e di conseguenza contro natura, oggi riesca a comprenderlo. Soprattutto in un mondo che, come dice diceva mercoledì uno dei più formidabili giornalisti italiani di questi anni sul Corsera https://www.corriere.it/caffe-gramellini/21_marzo_17/luigi-14-8253aafc-8691-11eb-90f0-a248214a3d06.shtml

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    1. Voglio dire, forse è meglio far leggere loro Il De Bello Gallico, magari presentato un po’ a metà tra un film di John Wayne e Asterix, e il Satyticon.

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    2. Mauro, il giudizio su Gramellini mi sembra un po’ esagerato 😉 ma è indubbiamente un opinionista sagace e spesso taglientemente fuori dal coro del politically correct, le cui esagerazioni farneticanti provocano esattamente i risultati che denuncia nel suo fondo.

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      1. Il mio giudizio su Gramellini non è esagerato, la satira vive di paradosso: ammetterè che scrivere che il Re Sole è ridotto a sembrare “la sigla di un taxi o la storica maglia di Johan Cruyff” è delizioso. Paradossale e proprio per questo delizioso; ma tanto nessuno più sa cosa fu, che so, la Guerra di Successione Spagnola, il trattati di Utrecht e perché Gibilterra sia ancora oggi inglese. E ammetterà anche che non sentirà mai sette ottavi del nostro Parlamento riuscire a formuare un pensiero come “…perché questa storia dei numeri romani è la sintesi perfetta della catastrofe culturale in corso: prima non si insegnano le cose, e poi le si eliminano per non far sentire a disagio chi non le sa. Con buona pace di madame Giard, i numeri romani andrebbero difesi proprio perché sono «un ostacolo alla comprensione», dal momento che gli ostacoli servono per imparare a saltare…” Veda Lei se il mio giudizio su Gramellini è proprio sopravvalutato. E non credo che siano le sue “…esagerazioni farneticanti…” a provocare “…esattamente i risultati che denuncia nel suo fondo…” Tra il paradossale Gramellini e, che so, Salvini, che vuole fare altri 100 miliardi di debito, tanto lo pagheranno figli, nipoti e pronipoti ma non lui, con i sette ottavi del nostro Parlamento, Lei non ha proprio dubbi su chi scegliere?

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  4. Mauro, le “esagerazioni farneticanti” sono quelle del politically correct, mi dispiace che non si sia capito. Per il resto, il paragone tra Gramellini e i sette ottavi del Parlamento è impietoso. Le piace vincere facile?

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    1. Easy win, you say? Even when having an amiable debate as in this sophisticated duel, the goal of arguing should always be to win, shouldn’t it? So proud you conceded victory.

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